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Bertín Marco

Marco Bertín nasce a Verona nel 1954, dove tuttora vive e lavora.

Figlio d'arte, passa infanzia e adolescenza con la matita in mano, inizia ad esporre come pittore surrealista all'età di 16 anni. Dopo gli studi artistici all'Accademia di Belle Arti di Verona e gli studi di giornalismo e di antropologia culturale, abbandona la pittura per dedicarsi all'arte concettuale.

Tra il 1975 e gli anni '80 realizza opere di grandi dimensioni di land art e performance di body art ed inizia ad usare lo strumento fotografico per documentare i propri interventi.

In contrasto con la "Transavanguardia", che proclama in quegli anni il ritorno all'uso del pennello, Bertín è spinto ad interessarsi alla fotografia artistica, ne approfondisce la storia e il linguaggio dei grandi maestri dell'obiettivo, e inizia la sua personale ricerca nel campo fotografico, pubblicando diversi volumi editi da importanti case editrici.

Inizia a lavorare in campo pubblicitario prima all'interno dello studio grafico Asenauers, dove si realizzano copertine di dischi di famosi cantanti pop, successivamente apre con alcuni soci un'agenzia pubblicitaria e si occupa con successo di advertising fino al 2008, anno in cui cede le proprie quote agli altri soci per dedicarsi interamente alla ricerca artistica.

Bertín realizza le sue opere utilizzando principalmente lo strumento fotografico ma, come dichiara l'artista, "le sue immagini non sono documentazione di un'azione, ma interpretazioni estetiche di un concetto".

Facendo tesoro dell'enorme esperienza tecnica acquisita durante il periodo di ricerca grafica e fotografica, dà avvio alla realizzazione di opere d'arte concettuale di grandi dimensioni e, nonostante lo strumento fotografico rimanga sempre privilegiato, nel tempo integra altri linguaggi e altre tecniche (scultura, assemblaggi, pittura, immagini digitali, etc) con grande abilità tecnica e grande libertà creativa.

Bertín sviluppa vari percorsi di ricera che si snodano attorno ad una tema centrale: l'essere umano e la sua interazione con l'"altro", sia esso il rapporto uomo-donna, il rapporto essere umano-ambiente, esseri umani-mondo.

Nel 2025 l'artista ha iniziato a concepire e realizzare la serie "Secret works", opere non destinate al circuiti dell'immagine, ma solamente alla visione diretta e personale dello spettatore nelle rare occasioni di esposizione. Conseguentemente di queste opere non esistono immagini documentative.

Bertín è stato invitato nel 2022 alla Biennale di Venezia, ha esposto nel 2019 alla 14^ Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea di Curitiba – Brasile, e nel 2016 e 2014 alla Biennale Italia-Cina di Pechino.


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