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Balena Vincenzo

Vincenzo Balena (Milano, 1942) inizia l’attività artistica negli anni ‘60 nel solco del realismo esistenziale, dedicandosi allo studio della morfologia animale.

Dai primi anni ’70 espone con regolarità alla Galleria Montrasio di Monza e al Naviglio di Milano. Subito il suo lavoro incontra l’interesse e il sostegno di Mario De Micheli e Marco Rosci, seguiti da Rossana Bossaglia, Carlo Pirovano e Lea Vergine.

Nei primi anni ‘80, suggestionato dall’opera di Pasolini, cui dedica una serie di dipinti e sculture, Balena entra in contatto con poeti e scrittori, quali Antonio Porta, Giovanni Raboni e Roberto Sanesi. È in particolare Raboni a seguire con interesse la successiva indagine della figura umana: disiecta membra, frammenti di terracotta sospesi a fili metallici. Seguono sculture in cera, bronzo, legni e alluminio sbalzato, esposte in luoghi prestigiosi (come la Casa di Giorgione a Castelfranco Veneto) e in contesti internazionali (Dusseldorf, Praga, New York), mentre la fase attuale della sua ricerca, affrancata da espliciti rimandi figurativi, esplora le inedite risorse espressive dei rifiuti tecnologici, protesi della mente umana sottratte all’oblio indotto dal rapido evolversi dell’elettronica.

Fra le esposizioni più recenti si segnalano: nel 2001 l’antologica alla Galleria Sagittaria di Pordenone, presentata da Giancarlo Pauletto, e la partecipazione alla 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, su segnalazione del poeta Maurizio Cucchi; nel 2013 la personale “Il dialogo compositivo nelle sculture di Vincenzo Balena” presso la Fondazione Benetton di Treviso, con testi critici di Claudio Alessandri e Daniele Goldoni, e nel 2014 la mostra “Le maschere di Ifigenia” nella Villa Badoer a Fratta Polesine (Rovigo), presentata da Valter Rosa.

Sempre nel 2014, per lo Stresa Festival Orchestra, collabora con sculture ed elementi scenici all’Orpheus di Stravinskij”, diretto da Gianandrea Noseda, per la regia di Stefano Monti e Monique Arnaud, e nel 2015 realizza le sculture sceniche per il Nabucco di Verdi, diretto da Aldo Sisillo con la regia di Stefano Monti, presso il Teatro Comunale di Modena, con repliche al Teatro Pergolesi Spontini di Jesi e al Teatro Municipale di Piacenza.




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